Vi segnaliamo un ciclo di eventi ai quali saremo presenti
In occasione del One Billion Rising la giornata internazionale contro la violenza sulle donne e le bambine
verrà presentato il libro Donnicidio Diagnosi del femminicidio secondo una donna nata maschio di Mirella Izzo Presidente Onoraria di Rainbow Pangender Pansessuale Gaynet Genova, fondatrice di Crisalide Pangender, Crisalide Azione Trans nonchè autrice di Oltre le gabbie dei generi Il Manifesto Pangender e Translesbismo: Istruzioni per l’uso
Questo evento è realizzato in collaborazione con Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura con AG About Gender-Journal of Gender Studiese col patrocinio del Coordinamento Liguria Rainbow.
Per un approfondimento sul tema riportiamo questa intervista:
L’associazione Famiglie Arcobaleno si unisce all’iniziativa lanciata da Vladimir Luxuria su Twitter per chiedere il voto palese sul disegno legge Cirinnà, da giovedì in discussione al Senato.
“I maggiori partiti dell’arco parlamentare hanno dato libertà di coscienza ai propri senatori sui punti più discussi della legge, a partire dalla stepchild adoption. Ne prendiamo atto, sebbene continuiamo a pensare che soprattutto le forze che si definiscono progressiste dovrebbero schierarsi in maniera più decisa a sostegno dell’ampliamento dei diritti civili” dichiara la presidente Marilena Grassadonia.
“A questo punto, però, il voto segreto sarebbe solo un incentivo per chi volesse usare la legge Cirinnà come strumento per giochetti politici di basso livello – spiega Marilena Grassadonia –, e non un modo per garantire un voto secondo coscienza, anzi tutt’altro. Da mesi noi soci di Famiglie Arcobaleno andiamo in televisione, sui giornali, nelle piazze a raccontare le nostre famiglie agli italiani, ci mettiamo la faccia. Ce la mettano anche i parlamentari, votando in maniera palese per approvare o negare l’estensione dei diritti in questo Paese.#Mettetecilafaccia: lo diciamo anche noi di Famiglie Arcobaleno”.
Presidente
Marilena Grassadonia
Ufficio stampa
Samuele Cafasso
stampa@famigliearcobaleno.org
UNIONI CIVILI, ASSOCIAZIONI LGBT COMPATTE: “TANTE PIAZZE PER RACCONTARE L’UGUAGLIANZA”
Il 23 gennaio mobilitazione nazionale in numerose città italiane. Dal 28 gennaio presidio nei pressi del Senato.
Non una ma tante piazze in tutta Italia per dare forza al traguardo dell’uguaglianza: in vista della discussione al Senato del ddl sulle unioni civili, le associazioni lgbt (Arcigay, ArciLesbica, Agedo, Famiglie Arcobaleno, Mit) si preparano a mettere in campo una mobilitazione capillare nelle principali piazze del Paese. Inoltre, nei giorni caldi della discussione a Palazzo Madama, cioè dal prossimo 26 gennaio, è previsto un presidio in piazza delle Cinque Lune, nei pressi del Senato, per testimoniare l’attenzione e l’apprensione per il dibattito in corso. “Non rispondiamo alla provocazione di chi in queste ore cerca di organizzare il solito schema delle piazze contrapposte: noi ci rivolgiamo al Paese intero”, mettono in chiaro i portavoce delle associazioni. “Abbiamo individuato il prossimo 23 gennaio come giornata di mobilitazione nazionale: stiamo lavorando sui territori, coinvolgendo sia le forze della società civile sia il mondo associativo delle realtà lgbt, per costruire le reti necessarie per far esprimere a gran voce la domanda di diritti e di uguaglianza che in questo Paese da troppo tempo rimane inascoltata. Non parleremo di una legge, bensì di un valore, cioè dell’uguaglianza di tutti e tutte, e del diritto di vivere in uno Stato laico. Staremo assieme alle famiglie, a tutte le famiglie. Assieme alle persone”. Attraverso le manifestazioni sarà rivolto il seguente appello a Governo e Parlamento:
“L’Italia è uno dei pochi paesi europei che non prevede nessun riconoscimento giuridico per le coppie dello stesso sesso. Le persone gay, lesbiche, bisessuali e transessuali non godono delle stesse opportunità degli altri cittadini italiani pur pagando le tasse come tutti. Una discriminazione insopportabile, priva di giustificazioni.
Il desiderio di ogni genitore è che i propri figli possano crescere in un Paese in cui tutti abbiano gli stessi diritti e i medesimi doveri.
Chiediamo al Governo e al Parlamento di guardare in faccia la realtà, di legiferare al più presto per fare in modo che non ci siano più discriminazioni e di approvare leggi che riconoscano la piena dignità e i pieni diritti alle persone gay, lesbiche, bisessuali e transessuali, cittadini e cittadine di questo Paese.
La reciproca assistenza in caso di malattia, la possibilità di decidere per il partner in caso di ricovero o di intervento sanitario urgente, il diritto di ereditare i beni del partner, la possibilità di subentrare nei contratti, la reversibilità della pensione, la condivisione degli obblighi e dei diritti del nucleo familiare, il pieno riconoscimento dei diritti per i bambini figli di due mamme o di due papà, sono solo alcuni dei diritti attualmente negati.
Questioni semplici e pratiche che incidono sulla vita di milioni di persone.
Noi siamo sicuri di una cosa: gli italiani e le italiane vogliono l’uguaglianza di tutte e di tutti.”
RAINBOW PANGENDER PANSESSUALE GENOVA LIGURIA GAYNET insieme al coordinamento Liguria Rainbow partecipa al corteo di Genova
Ecco il percorso e il programma del corteo:
– Ore 15: concentramento in Piazza della Meridiana. Le sveglie suoneranno per dare il via al corteo attorno alle 15:30 circa;
– Il corteo proseguirà in via Garibaldi. Le sveglie suoneranno ancora una volta sotto Palazzo Tursi;
– Si passerà quindi per Via XXV Aprile per poi concludere il corteo in Piazza De Ferrari dove le sveglie suoneranno un’ultima volta;
– Presidio in Piazza De Ferrari dalle 16.15 alle 17.30 e scioglimento.
Lo sportello Nuovi Diritti è il punto di riferimento sul posto di lavoro alle esigenze delle persone gay – lesbiche – transessuali.
Nonostante il progredire delle campagne sulla parificazione dei diritti tra persone etero e lesbiche, gay, bisessuali, transessuali, esistono ampie fasce di discriminazione e il pregiudizio “ideologico” nei confronti della popolazione lgbt è ancora presente in larghi strati di popolazione.
Lo sportello Nuovi Diritti nasce per contribuire a far conoscere nella quotidianità la realtà delle persone LGBT, per far cadere definitivamente quel muro di reciproca diffidenza residua, per lottare con pari dignità per i diritti negati ad una parte importante di cittadine e cittadini del nostro paese, per ricondurre queste iniziative nell’alveo della contrattazione sindacale.
La responsabile dello sportello è Sarah Musolino, la quale sarà presente in Camera del Lavoro il venerdì dalle 14 alle 18 (su appuntamento al numero 010 6028227).
Sportello Nuovi Diritti
Sede
Via S. Giovanni D’Acri 6 – 16152 Genova
Tel. 010/6028227-228 – Fax 010/602820
email: nuovidiritto@liguria.cgil.it
Il nostro “comitato di quartiere” nasce in maniera molto spontanea, da alcuni di noi che vivono o lavorano nella via e si sono trovati a confrontarsi con la reazione di molti residenti preoccupati, sconcertati o del tutto contrari all’improvviso arrivo di circa 80 migranti, ospitati in un ex casa di riposo di proprietà INPS, che era inutilizzata da un paio di anni. Di fronte a queste prime reazioni, ai primi articoli che comparivano sui giornali e in cui non ci riconoscevamo, ci siamo ritrovati con la volontà di far sentire anche la nostra voce.
Il seguente articolo non è breve e richiede altre letture per essere compreso. Esso è un approfondimento comparato delle possibili conseguenze relative a molte pronunce che sono intervenute negli ultimi due anni sia nella UE, sia in Paesi non UE, sia nelle corti di Giustizia Italiane (Cassazione). E’ quindi un’interpretazione utile affinché le Associazioni italiane che si occupano di Identità di Genere, possano assumere una posizione che sia allineata agli standard internazionali e contemporaneamente adatta al particolare sistema democratico italiano.
Questo articolo vuole essere la proposta di un inizio di un dibattito NON IDEOLOGICO e pragmatico, oltre che ideale, per eventuali nuove proposte di legge sulle condizioni che attengono principalmente al diritto al Genere e all’Identità di Genere (transgenderismo, intersessualità).
A seguito della Risoluzione del Parlamento Europeo 2048 (2015), della precedente Legge Argentina, della Legge di Malta – che tratta sia le condizioni Transgender, sia quelle Intersessuali – e, buon ultima, della Sentenza della Cassazione n.15138 del 20/07/2015, qualsiasi legge in vigore o proposta di legge che tratti del “cambio di sesso” e che sia antecedente ai predetti documenti, dovrebbe essere totalmente riscritta in modo da favorire la semplificazione legale e il benessere psicofisico della persona che inizia la transizione. Premesso che della parte che riguarda l’intersessualità nella legge di Malta, scriverò altrove, integrandola con altro documento recente della FRA, Agenzia dell’Unione Europa , vorrei provare a condividere alcune riflessioni sull’insieme di queste sbalorditive novità.
Traduzione di Mirella Izzo e Matteo Manetti
All Rights Reserved to Kenneth Dollarhide and, for italian translation, to Mirella Izzo and Matteo Manetti
Sono un sangue misto, Oglala Lakota. Sono nato e cresciuto nella riserva di Pine Ridge ed ho vissuto nelle città di confine lì vicino sia in Sud Dakota, sia in Nebraska. I miei primi ricordi di una persona wi bnkte risalgono a quando ero bambino. Ero con mia nonna ad una cerimonia a Pine Ridge, forse avevo 10 o 12 anni. Un bambino camminò vicino a noi indossando un vestito da donna marrone. I suoi capelli avevano stretti riccioli; penso che fosse chiamata “permanente alla barboncino”. Chiesi a mia nonna perché quel ragazzo stesse indossando un vestito da donna. Lei mi rispose con molte parole: “zitto. Quello non è un ragazzo, è una winkte . Se la stuzzichi, ti nuocerà e potrebbe anche fare di te una winkte. Perciò devi sempre trattarla con rispetto ed essere gentile con lei.” Non sapevo esattamente cosa mia nonna intendesse con la parola winkte, ma sapevo anche allora che la persona winkte aveva qualcosa a che fare con la magia ed il mistero, e volevo scoprire qualcosa su questo potere e come un ragazzo diventasse una ragazza e una winkte.
Cominciai a fare domande circa l’essere winkte, ma tutti quelli a cui chiedevo mi dicevano di correre via e non essere stupido. Alla fine chiesi a mio zio Eddie che, a parte il suo dovere militare, aveva speso l’intera sua vita nella riserva. Egli mi disse che una persona winkte è soltanto una femminuccia. Io fui deluso e gli dissi che cosa diceva la nonna e che lui si sbagliava. Mi sorrise e mi mandò via. Quel novembre quando si avvicinò il mio compleanno, mi diede un regalo. Io ero così felice, soltanto sapendo che era il pallone che io volevo. Aprii la scatola: era una bambola! Mio zio Eddie disse che io volevo sapere a proposito delle femminucce, e così dovevo volere una bambola. Non avrei ricevuto altri regali da lui fino a molti anni più tardi, poco prima della sua morte, quando mi diede una pelle di daino decorata di perline e il cinturino di un orologio confezionato da una winkte.
traduzioni a cura di Mirella Izzo e Mirella Izzo e Matteo Manetti
All Rights Reserved to Wendy Susan Parker and Mirella Izzo and Matteo Manetti
Lo Spirito “Berdache”
Nel 1530, l’esploratore spagnolo Cabeza de Vaca scrisse nel suo diario di aver visto maschi nativi indiani addolciti nelle tribù della Florida che vestivano e lavoravano come donne. PIù tardi, nel sudovest, i Conquistadores spagnoli nel 17esimo secolo, gli scritti dei missionari cattolici del 15esimo secolo, i venditori di pellicce francesi e i coloni inglesi, nel nordovest, confermavano lo stesso fenomeno in altre tribù.
Più tardi gli antropologi culturali documentarono questo “status” di “terzo sesso” (gender ndt) in almeno altre 120 tribù nord-americane e in numerose altre culture in tutto il mondo.
Gli europei chiamarono questo tipo di persone “berdache” parola che deriva dal pers
iano “bardaj”, originariamente termine che indicava parnter omosessuali passivi, in genere graziosi, o ragazzi effemminati. Ma, i berdache indiani erano molto differenti dalla visione europea dei “berdaj” come “eretici sodomiti”, così come scritto dai crociati quando invasero la Persia nel Medio Evo.
Al contrario, le culture native indiane sembrano abbracciare la nozione di un’opposta
identità di genere, differente dal proprio sesso anatomico SENZA alcuna implicazione riferita alle preferenze sessuali. I “Berdache” erano visti in genere dalle tribù native come persone dotate di uno stato quasi Sacro.
traduzione di Mirella Izzo (copyright riservato, vietata duplicazione in altri siti, consentito il link qui o su De/Generi di Mirella Izzo)
(L.S.) MARIE LOUISE
COLEIRO PRECA
Presidente
14th Aprile, 2015
Legge numero. XI del 2015
UNA legge per il riconoscimento e la registrazione del genere di una persona e per regolare gli effetti di un tale cambiamento, nonché il riconoscimento e la tutela delle caratteristiche sessuali di una persona.