DIRITTI FONDAMENTALI: SITUAZIONE DELLE PERSONE INTERSESSUALI

FRA

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EUROPEAN UNION AGENCY FOR FUNDAMENTAL RIGHTS

Traduzione unofficial di Mirella Izzo. Riproduzione del testo tradotto consentita solo con citazione della fonte . Il testo originale completo in inglese

la maggior parte delle società europee riconoscono le persone come maschio o femmina. Tuttavia, questo non tiene conto di tutte le variazioni delle caratteristiche sessuali. Come risultato, le persone intersessuali fanno esperienza di violazioni dei diritti fondamentali che variano dalla discriminazione fino a interventi medici (chirurgici. NdT) senza che sia dato il loro consenso.
Questo articolo esamina la situazione giuridica delle persone intersessuali dalla prospettiva dei diritti fondamentali. Esame che si basa sulle analisi giuridiche aggiornate dell’Agenzia sull’omofobia, transfobia e la discriminazione sulla base dell’orientamento sessuale e l’identità di genere, che ora include una sezione sui problemi delle persone intersessuali.

La situazione dei diritti fondamentali delle persone intersessuali
Introduzione

La parola ‘Intersessualità’ viene usata in questo documento come un termine ombrello per indicare un certo numero di varianti nelle caratteristiche fisiche di una persona che non lo fanno aderire a nessuna delle rigide definizioni mediche di maschio o femmina.
Queste caratteristiche possono essere di tipo cromosomico, ormonale e / o anatomico e possono essere presenti con diversa gradualità. Molte varianti delle caratteristiche sessuali sono rilevate subito, al momento della nascita, o anche prima. Altre volte queste varianti diventano evidenti solo in successive fasi della vita, spesso durante la pubertà. Mentre la maggior parte delle persone intersessuali sono sane, una piccolissima percentuale può avere condizioni mediche che potrebbero essere pericolose per la vita, se non trattate
prontamente.
L’Intersessualità è un termine collettivo per molte naturali variazioni nelle caratteristiche sessuali. Non è una condizione medica.
Dal punto di vista medico, alcune di queste varianti sono raggruppate sotto il termine  “disturbo dello sviluppo sessuale”.
In ogni caso, questa tesi è respinta da molti, inclusi attivisti e le stesse persone intersessuali che, percepiscono questa definizione come stigmatizzante e patologizzante.
E’ inoltre da notare che alcune persone intersessuali non desiderano essere identificarte in tal modo.
Pratiche, come l’emissione di certificati di nascita e trattamenti medici, possono avere un impatto sui diritti fondamentali delle persone intersessuali.
Per esempio, l’articolo 1 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, protegge la dignità umana. Altri diritti della Carta sono: il diritto all’integrità della persona (articolo 3); il rispetto per la vita privata e familiare (articolo 7); il diritto di fondare una famiglia (articolo 9); e i diritti del bambino, tra cui il diritto dei bambini di esprimere le proprie opinioni liberamente e di essere presi in considerazione i loro pareri sulle questioni che li riguardano, secondo la loro età e maturità (articolo 24). Le persone Intersessuate beneficiano anche del divieto di discriminazione in base alla Carta (Articolo 21).
Quando aspetti di base della forma giuridica di una persona (ad esempio la registrazione della nascita o della morte), status sociale, condizioni (ad es accesso ai servizi) o di salute sono spesso definiti dal cosiddetto ‘sesso binario’, cioè  con la classificazione di essere o ‘maschio’ e ‘femmina’, le persone intersessuali sono spesso discriminate.
Questo avviene perché le loro caratteristiche sessuali cadono al di fuori di questa tipologia di classificazione. Può anche portare a gravi violazioni dei loro diritti, al diritto all’integrità fisica e psicologica, ed altri diritti fondamentali.

BACKGROUND (SFONDO)

Nell’Unione Europea le questioni legate alla condizione intersessuale sono progressivamente emerse come rilevanti diritti fondamentali da proteggere.
Tuttavia, sono ancora in gran parte trattati come problemi medici che non rientrano nel campo di applicazione del controllo pubblico.
A livello di Unione Europea, vi é stata una certa quantità di sviluppo che ha contribuito ad una migliore comprensione delle problematiche che devono affrontare le persone intersessuali. Ad esempio, nel 2013, le “definizioni del lavoro” stabilite dal Consiglio dell’Unione Europea hanno stabilito che le nozioni tradizionali di “mascolinità” e “femminilità” sono stabilite culturalmente.

Anche il “Report Lunacek” del Parlamento Europeo, adottato nel 2013, raccomandava che la Commissione Europea, gli Stati membri della UE e rilevanti agenzie ad indirizzare l’attuale mancanza di conoscenza, ricerca e rilevanti legislazioni sui diritti umani delle persone intersessuali.
Gli Stati Membri hanno anche sollevato la questione degli intersessuali. Il Comitato Italiano di Bioetica, ad esempio, nel 2010 pubblicò un rapporto che rinforzava l’approccio esclusivamente medico sulle questioni intersessuali, ripristinando il sesso binario come un “elemento indispensabile dell’identità personale”. Tuttavia, il Comitato ha anche sottolineato l’importanza di agire nel migliore interesse del bambino, seguendo un approccio caso per caso, e evitando l’intervento chirurgico e medico fino a quando il bambino non fosse in grado di dare un consenso informato. (quando mai è avvenuto che attendessero il “consenso informato” del bambino? NdT).
Nel 2012 il Consiglio Etico Tedesco (Ehikrat) ha pubblicato un Parere comprensivo nei confronti delle questioni intersessuali, provvedendo ad un range di raccomandazioni per la salvaguardia dei diritti delle persone intersessuali.
Il Parere argomentava che il sistema legale presume una stretta osservanza del sesso binario che non sempre corrisponde a quanto accade in natura. Così, le questioni intersessuali riguarderebbero professionisti legali, politici e non solo professionisti della Sanità e della Salute. Però, la maggior parte delle Organizzazioni che si occupano di proteggere i diritti delle persone intersessuali nella UE supportano le raccomandazioni sviluppate dalla Commissione di Etica Biomedica Svizzero, piuttosto che quelli adottati negli Stati Membri della UE.
Le raccomandazioni Svizzere enfatizzano il fatto che, come regola, i trattamenti per l’assegnazione del sesso dovrebbero essere messe in atto soltanto quando la persona interessata è d’accordo. Enfatizzano inoltre che il Focus della FRA del 04/2015 ai bambini e ai genitori dovrebbe essere fornito un servizio di “counselling” e supporto. Le raccomandazioni considerano essenziale la protezione dell’integrità del bambino.
Uno studio Olandese sulle persone intersessuali pubblicato nel 2014 dall’Istituto per le Ricerche Sociali, ha scoperto che potenzialmente tutte le persone intervistate hanno incontrato problemi all’interno della loro situazione sociale. Costoro parlavano di sentirsi “diversi”, di sentirsi in solitudine e di sperimentare vergogna ed imbarazzo.
Lo Studio richiede ulteriori ricerche rispetto alle loro esperienze. Le questioni intersessuali stanno emergendo esponenzialmente anche tra le attività della Società Civile, incluse le Associazioni gay, lesbiche, bisessuali e transgender. L’ILGA Europe ha iniziato a lavorare sulle questioni intersessuali fin dal 2008. La Organisation Intersex International Europe (OII) ha preparato una piattaforma programmatica di collaborazione per le Associazioni intersessuali in molti Paesi Europei.
In Austria, ad esempio, la Homosexual Initiative Salzburg (Homosexuelle Initiative Salzbur, HOSI) ha introdotto un responsabile per le questioni intersessuali. Specifiche ONG intersessuali hanno anche stabilito, come la Associationi of Intersex People Austria e la Intersex Platform Austria – un network indipendente di ONG, scienziati e attivisti che si propongono di promuovere la discussione pubblica e offrire notizie e informazioni con il motivo di proteggere dalla discriminazione.
Il Consiglio dell’Unione Europea e il Parlamento Europeo, tanto quanto il Consiglio d’Europa, l’Alto Commissariato per i Diritti Umani dell’ONU, e il Rapporto Speciale sulle Torture dell’ONU, hanno tutte accusato il fatto che le persone intersessuali possono soffrire di discriminazioni che possono causare maltrattamenti, specie durante l’infanzia. Una panoramica dei principali diritti umani in gioco nella protezione delle persone intersessuali possono anche essere trovate nelle carte del Commissario per i Diritti Umani del Consiglio d’Europa sui diritti umani e le persone intersessuali.
E’ di particolare rilevanza per il diritto comunitario e la politica il fornire protezione contro la discriminazione ai sensi dell’articolo 21 della Carta dei diritti fondmentali dell’Unione europea. Questo è un settore in cui la UE ha esercitato la sua competenza in diversi ambiti specifici che toccano la tutela delle persone intersessuali, quali l’occupazione, l’accesso ai beni e servizi e la libera circolazione.
La Disparità di trattamento delle persone intersessualità è stata spesso affrontata nelle politiche e di difesa della UE, come parte della discriminazione sulla base sessuale, orientamento e / o identità di genere. Tale trattamento può essere meglio affrontato come discriminazione sulla base del sesso, che è collegato al sesso assegnato alla nascita di una persona e le le sue dirette conseguenze. Ad esempio, ad una persona intersessuale assegnata erroneamente al sesso femminile alla nascita può essere impedito di sposare una donna in quei paesi in cui il matrimonio civile non è possibile per le coppie dello stesso sesso.
E’ anche importante ricordare che l’intersessualità si riferisce alle caratteristiche fisiche di una persona. Non vi è alcuna prova che collega le caratteristiche di un determinato sesso sia con l’identità di genere sia con l’orientamento sessuale. Così capita che le persone intersessuali, più di quelle non intersessuali debbano autodeterminarsi come eterosessuali, bisessuali, omosessuali, trans, ecc. Tuttavia, indipendentemente dall’orientamento sessuale o identità di genere delle persone intersessuali, costoro dovrebbero beneficiare di una protezione dalla discriminazione in base al sesso, ai sensi dell’art. 21 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea.
Per quanto riguarda il diritto derivato dalla legge UE, si dovrebbe tenere presente che il Report Lunacek ha invitato la Commissione Europea insieme ad altre importanti agenzie a “rilasciare delle linee guida specificando che le persone transgender e intersessuali sono coperte sotto la parola “sesso” nella Direttiva 2006/54 (Gender Equaliti Directive (recast)” (para. C. ii). Finora, tuttavia, sembra che la direttiva non sia stata implementata in questo modo. La ricerca FRA non trova sufficiente legislazione o casi di legge per capire se le persone intersessuali siano o no realmente protette dalla discriminazione in materia di sesso negli Stati Membri.
A questo proposito, il Consiglio Etico della Germania ha chiarito che la discriminazione contro le persone intersessuali sia generalmente coperta sotto la categoria del sesso. Tuttavia la nota esplicativa della legge Tedesca generale sulla parità di trattamento sussume i problemi intersessuali sotto la voce di “Identità Sessuale”. Le organizzazioni intersessuali della società civile sostengono che un motivo specifico come “caratteristiche sessuali”, meglio identificherebbero i loro bisogni quando si tratta di protezione da discriminazione.

La situazione dei diritti fondamentali delle persone intersessuali

Malta è diventata recentemente il primo (ed unico) Stato Membro della UE a prevedere una esplicita protezione contro la discriminazione sulla base delle “caratteristiche sessuali”. La recentemente adottata “Legge sull’Identità di Genere, Espressione di Genere e Caratteristiche Sessuali” (Gender Identity, Gender Expression and Sex Characteristics Act), richiede ai Servizi Pubblici di eliminare  discriminazioni e molestie illegali sulla base delle caratteristiche sessuali. Richiede inoltre ai servizi pubblici di promuovere pari opportunità per tutti indipendentemente da queste caratteristiche.
Due altri esempi positivi sono stati identificati in Spagna e nel Regno Unito, entrambi a livello regionale.
In Spagna, la legge dei Paesi Baschi, Act 14/2012 sulla non discriminazione basata sull’identità di genere include riferimenti alle “persone intersessuali”. Nel Regno Unito, la Scozia, sui reati (aggravati da Pregiudizio), Act 2009, include le questioni intersessuali nella davvero vasta loro definizione di identità di genere. Ad esempio “maschi o femmine non standard” che, in qualche modo fa equivalere l’intersessualità ad una questione di identità di genere.
In almento 10 Stati Membri (Bulgaria, Estonia, Ungheria, Italia, Lussemburgo, Polonia, Portogallo, Romania, Spagna e Slovacchia).
la legge ha una lista aperta di basi di discriminazione. Qui, l’intersessualità può essere inclusa sotto le categorie di “caratteristiche protette” o “gruppi sociali” o “altro”. Questo fatto potrebbe aiutare a proteggere le persone intersessuali dalla discriminazione. Però, data l’invisibilità nel sociale e nel sistema legale a riguardo delle tematiche intersessuali, un tale approccio può perpetuare questa invisibilità. Si potrebbero anche provocare atti di discriminazione nei confronti delle persone intersessuali che resterebbero incontrastati, utilizzando questa base di protezione, in gran parte non testata e poco chiara, vista la scarsità di giurisprudenza.

In sete Stati Membri della UE, i responsabili politici o i tribunali abbracciano concezioni più ampie. Queste possono coprire implicitamente l’intersessualità ad esempio sotto la parola Genere (in Austria, Danimarca, FInlandia e Paesi Bassi); Identità di Genere (in Romania e Slovenia); o di entrambi i sessi e identità di Genere (in Svezia).
L’intersessualità copre una vasta variazione diversificata di caratteristiche sessuali. Pertanto, è probabile che, in mancanza di una norma specifica di protezione, casi di intersessualità saranno legalmente interpretati in modi diversi, anche all’interno dello stesso sistema legale.

Registrazione del sesso alla nascita

A parte alcuni pezzi di recenti normative descritti di seguito, la legislazione sulla registrazione delle nascite negli Stati membri dell’UE tende a considerare tutti gli individui come “maschio” o “femmina”.
Di conseguenza, nella maggior parte degli Stati membri è richiesto, ma non sempre è possibile, assegnare un sesso per intersessuati neonati. Il momento del parto e i relativi certificati e registrazioni  è spesso il primo momento in cui le persone intersessuali si confrontano con una questione giuridica. Questo fatto è molto problematico per i bambini intersessuali in quanto costringe coloro che sono coinvolti nella certificazione e la registrazione delle nascite (in particolare i genitori o altri membri della famiglia responsabile per il bambino, gli operatori sanitari,e funzionari del Registro nascita) a scegliere legalmente tra le opzioni ‘maschio o femmina. Inoltre, i genitori spesso non godono di alcu servizio di sostegno psicologico. Tale sostegno permetterebbe loro di affrontare adeguatamente la genitorialità di bambini intersessuali  e rispondere meglio alle sfide poste dalle aspettative sociali e legali e requisiti medici.
In questo modo, i requisiti legali per la nascita di certificazione e registrazione rafforzano le aspettative sociali riguardo al fatto che un bambino di debba adattare ad appartenere alle categorie di sesso esistenti. Questo influenza la percezione di “esigenza medica” per il trattamento e l’intervento (sui genitali, NdT). Le aspettative tra le interazioni legale, sociale e medica creano un contesto in cui i diritti del bambino all’integrità fisica e mentale e di esprimere opinioni liberamente, possono essere facilmente sostituiti, nascosti e sovrascritti. (letteralmente: sovrascritti. NdT). Le opinioni dei bambini devono essere presi in considerazione su questioni che li riguardano e in conformità con l’età degli stessi e la loro maturità.
(Di seguito, la parte centrale del documento è ancora in fase di traduzione. Se non si conosce la lingua inglese si prega di scorrere fino alla parte finale già tradotta.)

Concerning birth certificates, 18 EU Member States allow a certain delay in the registration of a new birth: within a week in Austria, Belgium, Bulgaria, France, Luxembourg and Slovakia; longer in Cyprus, Denmark, Greece, Hungary, Ireland, Italy, Malta, Portugal, Romania,  Slovenia, Spain and the United Kingdom. Sometimes certification follows a preliminary communication that has been immediately filed by the medical staff. For some intersex children, this delay may be sufficient to allow for the medical identification of a ‘preponderant’ sex, however this may be defined. This leads to the legal imposition of a ‘male’ or ‘female’ sex. However, medical treatments, including surgery, on very young intersex children is common. FRA Focus 04/2015  At least four EU Member States allow a sexneutral identification to be registered in birth certificates, such as ‘unknown sex’ in the United Kingdom. In Latvia, sex is not included on the birth certificate, but ‘unclear sex’ is allowed in medical certificates issued by medical staff.25
In the Netherlands, if the sex of a child is unclear, the birth certificate can state that the sex could not be determined. Within three months of the date of birth, a new birth certificate should be drawn up and the first one destroyed. In the new birth certificate, the sex of the child should be mentioned based on a medical statement. If no medical statement is submitted or if the sex cannot yet be determined, the new birth certificate should indicate that it is not possible to determine the sex of the child. It is assumed that once an
intersex person has decided on their sex identity, they can change the registration according to Article 1:24 of the Civil Code, but no time limit is set. In Portuguese intersex cases, a person reporting the birth at the civil registry office is advised to choose a first name that is easily adapted to either sex. It is expected that the birth certificate will be amended accordingly, once a sex can be attributed with some  precision.26
The German Ethics Council has recommended allowing the ‘other’ sex category in certifications.27 In Germany, it is possible to issue birth certificates without a sex identifier or marker; since 1 November 2013, there is no deadline to include such a marker.28
In Malta, the entry of a sex marker on the birth certification can be postponed until the gender identity of the child is determined. This follows the adoption of the ‘Gender Identity, Gender Expression and Sex Characteristics Act’ in April 2015.29 Malta has also committed to recognising gender markers other than male or female, as well as the absence of such markers, from a competent foreign court or responsible authority acting in accordance with the law of that country.
To a limited extent it is also possible to issue birth certificates without a sex identifier or marker in France and Finland. In France, ministerial guidelines advise parents to check with their doctor what the sex of the new-born is ‘most likely’ to be. This should be based on the expected results of medical treatments, where appropriate.30 In this case, it is possible not to specify a child’s sex, with the public prosecutor’s consent as long as sex determination can be reasonably expected after a maximum of three years of medical treatment.31
In Finland, the lack of sex certification implies that an intersex child gets an incomplete personal identity code. This has potentially negative consequences. For example, a personal code is needed for contact with authorities, for the payment of wages and salaries, or to open a bank account.
In cases of errors in birth certificates, it is possible for intersex people to change the sex identifier later in life in EU Member States, such as Denmark, France and the Netherlands, without meeting the requirements demanded for trans people. In France these requirements include: the diagnosis of gender dysphoria; hormonal treatment or physical adaptation; a court order; a medical opinion; and genital surgery leading to sterilisation.
In general, intersex people and those who are responsible for caring for intersex children, largely need to rely on external, medical assessments when it comes to the certification of an intersex person’s sex.

Il trattamento medico di bambini intersessuati

Nel mese di maggio 2014, i vari organismi delle Nazioni Unite pubblicato una dichiarazione interagenzia sottolineando che “le persone intersessuali in particolare, sono state sottoposte a trattamenti cosmetici e a chirugia non-medicalmente necessaria nell’infanzia, che porta alla sterilità, senza il consenso informato della persona in questione o dei genitori o tutori. Tali pratiche sono anche state riconosciute come violazione dei diritti umani da organismi internazionali e Corti per i diritti umani e nazionali. Quest ent inclusa l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l’Ufficio dell’Alto Commissario per i Diritti Umani (OHCHR), delle Nazioni Unite, il Programma Congiunto delle Nazioni Unite
HIV / AIDS (UNAIDS), il Programma di sviluppo delle Nazioni Unite (UNDP), il Fondo per la popolazione delle Nazioni Unite (UNFPA) e il Fondo delle Nazioni Unite per bambini (UNICEF).
In Europa non vi sono statistiche complete sui trattamenti medici o interventi chirurgici eseguiti su bambini intersessuali. Il Commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa ha più volte sottolineato che i bambini intersessuali sono spesso sottoposti a chirurgia.

La situazione dei diritti fondamentali delle persone intersessuali

Trattamenti medici ormonali o chirurgia che impongano un sesso ai bambini intersessuali

Tale chirurgia eseguita su bambini intersessuali che può essere più cosmetica piuttosto che medicalmente essenziale, può comportare un’assegnazione di sesso irreversibile ed anche la sterilizzazione.
L’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa nella sua risoluzione 1952 (2013) sul diritto dei bambini alla propria integrità fisica, ha invitato gli Stati membri a “garantire che nessuno sia sottoposto a trattamento medico o chirurgico inutile di tipo cosmetico e non di vitale importanza per la salute durante l’infanzia per garantire l’integrità corporea agli interessati”. Il relatore speciale delle Nazioni Unite sulla tortura ha, allo stesso modo, invitato gli Stati “ad abrogare qualsiasi legge che consenta trattamenti invadenti e irreversibili, tra cui la chirurgia genitale-normalizzante forzata, la sterilizzazione forzata, la sperimentazione non etica, “terapie riparative” o “terapie di trasformazione” se eseguiti o somministrati senza il consenso libero e informato della persona interessata.”
Il relatore speciale delle Nazioni Unite sulla tortura ha anche invitato gli Stati a mettere fuori legge in ogni circostanza le sterilizzazioni forzate o costrette per fornire una protezione speciale per gli appartenenti a gruppi emarginati.
Quando non è dettata da emergenza medica, la chirurgia e i trattamenti medici senza il consenso dei rappresentanti giuridici dei pazienti sono riconosciuti dal diritto internazionale dui diritti umani come una forma crudele, inumana e degradante di trattamento.
La chirurgia genitale eseguita su persone intersessuali è stata equiparata alle mutilazioni genitali femminili (MGF) dalla Conferenza Stato Regioni (Lander) dai ministri per la parità in Germania. La MGF è riconosciuta a livello internazionale come una violazione dei diritti umani delle donne e di abuso sui bambini ed è stato fortemente condannato dal Consiglio della Commissione Ue.
A Malta il “Gender Identity, Gender Expression and Sex Characteristics Act” proibisce i trattamenti di assegnamento di sesso e/o interventi chirurgici sulle caratteristiche sessuali di un bambino  che può essere differita fino a quando la persona da trattare può fornire il consenso informato, tranne casi di eccezionali circostanze. E’ inoltre richiesto un gruppo interdisciplinare con un membro nominato dal Ministro dell’Uguaglianza e chi ha autorità genitoriale o è tutore del bambino.
Ci sono poche informazioni circa l’esistenza di protocolli medici sul trattamento delle persone intersessuate in tutta l’UE. In Austria, Estonia,
Spagna, Finlandia, Francia, Ungheria, Irlanda, Italia, Lussemburgo e Regno Unito non ufficiale, si applica il protocollo medica generale. In Svezia, Consiglio nazionale della sanità e del benessere (Socialstyrelsen) ha prodotto le linee guida per quanto riguarda il trattamento dei bambini intersessuati. La procedura specifica é che gli esami e le procedure chirurgiche genitali non dovrebbero essere eseguito nelle età compresa tra 2 e 12 anni.
Tuttavia, in molti casi la chirurgia genitale è riferito eseguita prima all’età di sei mesi. In Austria le raccomandazioni del già citato rapporto tedesco e la Lawson Wilkins Pediatric Endocrine Society (USA) e la European Society for Paediatric Endocrinlologist vengono prese a riferimento. Queste due istituzioni hanno pubblicato la cosiddetta ‘Dichiarazione di Consenso” sulla gestione dei disturbi di intersessualità ‘(noto anche come’ il Chicago Consensus ‘).
Tuttavia, questo documento è stato criticato da organizzazioni intersessuali che ha introdotto il termine ‘Disturbi dello Sviluppo Sessuale’ per
descrivere le caratteristiche intersessuati. Le organizzazioni intersex ritengono che l’uso di questo termine patologizzano le caratteristiche sessuali delle persone intersessuali e può giustificare i trattamenti medici di ‘normalizzazione del sesso’ (la normalizzazione del Sesso è un termine medico che indica gli interventi medici e chirurgici per assegnare le persone intersessuali ad uno dei due sessi previsti: maschio o femmina. NdT).
In Olanda è anche pratica comune seguire il “Chicago Consensus”, ma questo non può applilcarsi a tutti gli ospedali. In ogni caso il problema non è quanto sia buono il trattamento ma se soddisfa gli standard dei diritti umani, se somministrati senza consenso quando la condizione non è il pericolo di vita o non porterà danni significativi.
Nel Regno Unito ci sono protocolli medici specifici per ogni specifica caratteristica intersessuale Inoltre vi è una pagina di informazioni sul sito internet del Servizio Sanitario Nazionalie.
In Spagna vengono seguiti protocolli per alcune specifiche forme di intersessualità, come il protocollo sviluppato dalla Associazione Spagnola di Pediatria (Asociacion Espanola de Pediatria) o il protocollo dell’Associazione europea di Urologia.
In Francia il protocollo sulla gestione di una specifica forma di intersessualità (iperplasia surrenalica congenita dovuta a carenza idrossilasi) prevede intervento chirurgico a pochi mesi dalla nascita. Anche se non vi è alcun riferimento al consenso, il protocollo osserva che “i pazienti e i genitori dovrebbero essere accompagnati psicologicamente nel progetto chirurgico. (il paziente di pochi mesi avrà bisogno di sostegno psicologico? NdT).
Vi sono anche leggi su pochi casi di trattamento medico delle persone intersessuali. In Germania, in un importante caso, il Tribunale Distrettuale di Colonia ha riconosciuto il dolore e la sofferenza di una persona intersessuale che era stata sottoposta a chirurgia medica 30 anni prima senza un’adeguata informazione. La ricorrente in abiti femminili  aveva fatto causa per risarcimento danni – per motivi di erronea assegnazione di un sesso e mutilazione fisica – contro il chirurgo che, quando il richiedente aveva 18 anni le ha rimosso utero e tube di Falloppio. Nella sua decisione il giudice ha stabilito che l’operazione era stata condotta senza necessario consenso e che la ricorrente non era stata informata dal chirurgo imputato. Il tribunale, in seguito, ha risarcito per danni per la cifra di 100.000 Euro più interessi.
Sembra che la (ri) assegnazione o la chirurgia legata al sesso sia eseguita su bambini e giovani intersessuali in almeno 21 Stati membri dell’Unione Europea (Austria, Belgio, Bulgaria, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Ungheria, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Slovacchia, Spagna, Svezia e Regno Unito). Tuttavia non è nota la frequenza con la quale tali operazioni sono condotte. In tutti questi paesi, il consenso informato per la chirurgia è richiesta dal paziente e/o rappresentanti legali, salvo in caso di emergenza medica.
In otto Stati Membri (Austria, Belgio, Bulgaria, Repubblica Ceca, Estonia, Ungheria, Polonia e Svezia), la legislazione chiede il consenso da parte del legale rappresentante indipendentemente dalla capacità di decidere del figlio. In Spagna questo caso si applica se gli interventi medici comportano “un grave rischio” per il bambino.
Il consenso del paziente sembra essere legalmente richiesto in almeno 18 Stati Membri (Austria, Belgio, Bulgaria, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Slovacchia, Spagna, Svezia e Regno Unito). In questo caso è previsto che il bambino sia considerato possedere un’adeguata facoltà cognitive e la capacità di decidere.
In 14 Stati Membri (Austria, Belgio, Bulgaria, Danimarca, Germania, Irlanda, Lituania, Lettonia, Paesi Bassi, Polonia, Slovenia, Spagna, Svezia e Regno Unito) si presume che il bambino abbia tale facoltà dopo una certa età. Tuttavia, vi è spesso flessibilità nella valutazione di queste capacità, sia negli Stati Membri in cui una certa età è prevista (per esempio, 12 anni in Belgio, 14 in Austria, Bulgaria e Germania, 15 in Slovenia e 16 in Lituania e Regno Unito) sia negli Stati Membri dove ci sono valutazioni individuali (per esempio Finlandia, Francia e Italia).
Tale flessibilità, necessaria a stabilire lo sviluppo cognitivo, corre il rischio che possano essere imposte procedure mediche su bambini contro la loro volontà. Mentre un adeguato meccanismo di partecipazione del bambino è particolarmente importante, in questo contesto, i fattori determinanti sembrano essere:
(I) l’età minima in cui il bambino è coinvolto nel processo decisionale: questo è un fattore complicato dalle variazioni di sviluppo sessuale che derivino o si trovino prima o durante la pubertà. In questa prospettiva, l’età del consenso intorno o sopra i 15 anni, come, per esempio, in Danimarca, Irlanda, Lituania, Polonia, Slovenia, Spagna e Regno Unito potrebbe essere troppo alta
(II) se l’intervento viene rinviato o il consenso è richiesto dai genitori quando il bambino è considerato in grado di decidere: in almeno sei Stati Membri della UE, in Austria, Germania, Ungheria, Malta, Paesi Bassi e Svezia, linee guida del governo o linee pratiche di comportamento mostrano una tendenza a rimandare le cure mediche che non sono strettamente necessarie per la salvaguardia della salute, fino a quando un bambino non sia ritenuto in grado di decidere.
Tuttavia le “normalizzazione del Sesso” e/o le “chirurgie cosmetiche” possono essere ancora eseguite su bambini senza il loro consenso informato.
(III) Cosa succede in caso di disaccordo tra bambino e i genitori o rappresentanti giuridici, quando un bambino può decidere, ma il consenso del rappresentante dei genitori o di un legale è ugualmente necessario: la situazione varia tra gli Stati Membri. In Italia e Polonia, per esempio, la decisione è presa da un tribunale di tutela; in Lituania e Lettonia la decisione è presa dal personale medico coinvolto. In una Corte Federale tedesca di Giustizia – non direttamente conrrelati ai temi intersessuali – i diritti dei genitori a decidere un trattamento medico è stato limitato dalla opposizione del bambino ad essa dato che il rinvio dell’intervento non metteva in pericolo la salute della figlia.

La situazione dei diritti fondamentali delle persone intersessuali
Osservazioni conclusive

Le persone intersessuali affrontano una serie di sfide che riguardano sia la legge sia l’intervento medico. Legali e professionisti del settore medico dovrebbero essere più  consapevoli di queste sfide per garantire che i diritti fondamentali delle persone interssessuali siano pienamente rispettati – soprattutto nel caso di bambini.
Le persone intersessuali rimarranno vulnerabili verso le discriminazioni fino a che la nascita e la registrazione dell’Identità sessuale non siano adeguate opportunamente e fintanto che restano diagnosticate medicalmente come uomini e donne con un disturbo di salute.

Devono essere presi in consderazione diversi marcatori di genere nell’identità sui documenti per proteggere le persone interssessuali. La possibilità di inserire un marcatore neutro rispetto al genere potrebbe anche essere presa in considerazione. Ciò è particolarmente importante per la registrazione alla nascita / certificati in cui il sesso del neonato non è chiaro.
Gli Stati Membri della UE dovrebbero evitare la “normalizzazione sessuale” con trattamenti medici su persone intersessuali, senza il loro consenso libero e informato. Ciò contribuirebbe a prevenire le violazioni dei diritti fondamentali delle persone intersessuali, soprattutto attraverso pratiche con conseguenze irreversibili. 

 

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