traduzione provvisoria a cura di Mirella Izzo
La discriminazione nei confronti delle persone transgender in Europa
Autori: Assemblea parlamentare
Origine – il dibattito dell’Assemblea del 22 aprile 2015 (15 ° seduta) (vedi doc 13742, relazione della commissione per l’uguaglianza e non discriminazione, relatrice: Deborah Schembri.). Testo adottato dall’Assemblea il 22 aprile 2015 (15 ° seduta).
- L’Assemblea parlamentare si rammarica del fatto che le persone transessuali devono affrontare una diffusa discriminazione in Europa. Cosa che si esprime in svariate forme, tra cui la difficoltà di accesso al lavoro, alloggio e salute, e le persone transgender sono spesso vittime di violenze verbali, crimini d’odio, bullismo e violenza fisica e psicologica. Le persone transgender sono anche particolarmente a rischio di discriminazione multipla. Il fatto che la condizione transgender è considerata come una malattia da manuali di diagnosi internazionali è irrispettoso della loro dignità umana e rappresenta un ulteriore ostacolo per l’inclusione sociale.
- La consapevolezza relativa alla situazione delle persone transgender è largamente insufficiente tra la popolazione generale e informazioni imparziali e accurate nei media rivolti al pubblico generale è largamente insufficiente. Questi fatti determinano più alti livelli di pregiudizio e ostilità, che potrebbero essere evitati.
- L’Assemblea è preoccupata per le violazioni dei diritti fondamentali, in particolare il diritto alla vita privata e all’integrità fisica, affrontate dalle persone transgender al momento della richiesta di riconoscimento del genere legale; le relative procedure spesso richiedono la sterilizzazione, il divorzio, una diagnosi di malattia mentale, interventi chirurgici e altri trattamenti medici come precondizioni alla transizione. Inoltre, gli oneri amministrativi e ulteriori requisiti, come ad esempio un periodo di “esperienza di vita” nel genere di scelta, rendono le procedure di riconoscimento generalmente pesanti. Inoltre, un gran numero di paesi europei non regola in alcun modo il riconoscimento di genere a nessuno, rendendo impossibile per le persone transgender di cambiare nome e genere sui documenti d’identità personali e sui pubblici registri.
- Un numero di Stati membri del Consiglio d’Europa, hanno recentemente riformato la propria legislazione sul riconoscimento del genere legale o sono in procinto di farlo. Alcuni regolamenti si basano sul principio di autodeterminazione e non richiedono procedure lunghe e complesse o il coinvolgimento di medici o psichiatri.
- L’Assemblea accoglie, in questo contesto, l’emergenza di un diritto alla identità di genere, sancito per primo dalla legislazione di Malta, che dà ad ogni individuo il diritto al riconoscimento della sua identità di genere e il diritto di essere trattato e identificato in accordo alla propria identità.
- Alla luce di queste considerazioni, l’Assemblea invita gli Stati membri a:
6.1. legiferare sulle politiche contro la discriminazione come:
6.1.1. proibire esplicitamente la discriminazione sulla base dell’identità di genere nella propria legislazione nazionale e includere la non discriminazione dei diritti umani delle persone transgender nelle istituzioni nazionali per i diritti umani, con un esplicito riferimento alla identità di genere;
6.1.2. applicare le norme internazionali sui diritti umani, tra cui la giurisprudenza della Corte europea dei diritti umani in ambito europeo, senza discriminazione sulla base della identità di genere;
6.1.3. raccogliere e analizzare informazioni e dati sulla situazione dei diritti umani delle persone transgender, inclusa la discriminazione per motivi di identità di genere e discriminazione multipla, quali l’intolleranza transfobica e i crimini ispirati dall’odio; questi dati sono necessari per lprogettare ed attuare un’adeguata legislazione antidiscriminazione e politiche e per il monitoraggio del loro impatto;
6.1.4. adottare una legislazione sui crimini d’odio che offra una protezione specifica per le persone transgender contro violenze e crimini transfobici; fornire una formazione specifica per sensibilizzare funzionari di polizia e membri del potere giudiziario;
6.1.5. fornire una protezione efficace contro la discriminazione per motivi di identità di genere nell’accesso al lavoro nel settore pubblico e privato e di accesso agli alloggi, alla giustizia e all’assistenza sanitaria;
6.1.6. coinvolgere e consultare le persone transgender e le loro organizzazioni al momento della redazione e applicazione di politiche e misure legali che li riguardano;
6.2. per quanto concerne il riconoscimento giuridico genere:
6.2.1. sviluppare, per le persone transgender, procedure rapide, trasparenti e accessibili, basate sull’l’autodeterminazione, per il cambio di nome e di sesso anagrafico sui certificati di nascita, carte d’identità, passaporti, certificati scolastici e altri documenti analoghi; rendere queste procedure a disposizione per tutte le persone che cercano di usarli, a prescindere dall’età, stato di salute, situazione finanziaria o segnalazioni di polizia;
6.2.2. abolire la sterilizzazione e altri trattamenti medici obbligatori, come la diagnosi di salute mentale, come requisito giuridico necessario per riconoscere l’identità di genere di una persona nelle leggi che regolano la procedura per modificare nome e genere;
6.2.3. rimuovere eventuali restrizioni al diritto delle persone transgender a restare sposate per un matrimonio pre-esistente al riconoscimento del loro genere; garantire che i coniugi o figli non perdono alcun diritto;
6.2.4. considerare di includere anche una terza opzione di genere nei documenti di identità per coloro che la desiderano;
6.2.5. accertarsi che l’interesse superiore del bambino sia una considerazione primaria in tutte le decisioni riguardanti i minori;
6.3. per quanto concerne il trattamento della riassegnazione di genere e l’assistenza sanitaria:
6.3.1. rendere le procedure di riassegnazione di genere, come il trattamento ormonale, la chirurgia ed il sostegno psicologico, accessibili per le persone transgender, e assicurarsi che siano rimborsate dai sistemi di assicurazione per la salute pubblica; limitazioni alla copertura dei costi devono essere legali, obiettivi e proporzionati ;
6.3.2. includere le persone transgender in modo esplicito nelle ricerche sulla prevenzione dei suicidi, sui progetti e sulle misure; esplorare modelli alternativi di assistenza sanitaria per trans , basati sul consenso informato;
6.3.3. modificare le classificazioni delle malattie utilizzate a livello nazionale e sostenere la modifica delle classificazioni internazionali , facendo in modo che le persone transgender , compresi i bambini , non siano etichettate come malati mentali, pur garantendo un accesso senza stigma alle cure mediche necessarie;
6.4. per quanto riguarda le informazioni, la sensibilizzazione e la formazione:
6.4.1. indirizzare i diritti umani delle persone transessuali e le discriminazioni basate sull’identità di genere con programmi di istruzione e formazione ai diritti umani, come come campagne di sensibilizzazione rivolte al grande pubblico;
6.4.2. fornire informazioni e formazione per i professionisti dell’istruzione, forze dell’ordine e professionisti dei servizi alla salute, tra cui psicologi, psichiatri e medici di medicina generale, per quanto riguarda i diritti e le esigenze specifiche delle persone transgender, con una particolare attenzione per la necessità di rispettare la loro privacy e dignità.