Negli USA è iniziata la Petizione per boicottare il film Stonewall 2015, di cui, per ora, si conosce solo un trailer e le dichiarazioni del regista. Nel trailer si vede un ragazzo bianco e “cis”. protagonista del film e scene della famosa rivolta di Stonewall (che ha dato vita a tutti i Pride del mondo) avvenuta all’interno del locale Stonewall Inn. E’ noto che il locale era frequentato da categorie ben precise di persone: Latinos, Nere di etnia e Transgender, Drag Queen, Lesbiche Dyke e Gay. In quegli anni negli USA era proibito dare da bere alcolici a chiunque fosse Gay (dove, allora, con Gay includevano lesbiche, trans e quant’altro difforme di Identità di Genere e Orientamento Sessuale). Fu proprio un controllo della polizia a scatenare la rivolta. Una rivolta che, chi l’ha vissuta, non ha dubbi nell’aver visto come protagoniste in primo piano Drag, Transgender e Dyke prevalentemente di colore (e qui per “di colore” si intendono anche i Latinos, perché loro chiamano la nostra etnia “bianchi”). Di uomini gay ovviamente ce ne erano ma non erano, all’interno del locale né la maggioranza, né la parte più attiva nella rivolta. La ormai storica scarpa lanciata da Sylvia Rivera (transgender storica) contro la polizia è stato il gesto che ha dato il là alla rivolta. Un gesto che non è solo una favola metropolitana, ma corrisponde a realtà. Così almeno ebbe a dirmi Sylvia quando ho avuto il piacere di conoscerla e di trascorrere molte ore in sua compagnia insieme ad Helena Velena, M.M e la compagna di Sylvia. Si perché lei è stata davvero, come ebbe modo di dire al World Pride di Roma “la mamma di tutti noi”. Era latinos, transgender, senza casa e lesbica. Come si direbbe da noi ironicamente “non si è fatta mancare niente”. E lei davvero lanciò la scarpa che fu il segnale della rivolta.
Perché il boicottaggio guardando un semplice trailer? Perché in tutte le scene si vede una moltitudine di gay bianchi e qualche transgender interpretata rigorosamente da uomini. Gay bianchi contro la verità storica che è fatta degli ultimi fra gli ultimi. Non i gay bianchi che si limitavano a fare dei girotondi con dei cartelli di protesta, ma la parte più “emarginata” di quello che poi sarebbe diventato un movimento..
Se non bastasse il Trailer a scatenare le prime polemiche, sono poi arrivate le risposte del regista Emmerich a rincarare la dose a dimostrazione di una profonda ignoranza o voglia di riscrittura della Storia a favore dei Gay Bianchi (come è il regista, peraltro) per bene. Una volta si diceva WASP. Troppo poco? Non per la totalità del movimento Transgender e la solidarietà di quello Gay e Lesbico. In tre giorni una petizione presentata da una ragazza transgender Latinos fino a quel momento sconosciuta ha raccolto 20.000 firme, con un crescendo di adesioni mano a mano che il “tam tam” dei Social sta facendo il giro degli USA e iniziando a farlo anche del resto del Mondo.
In Italia la notizia la da gay.it con un articolo dedicato ma anche poco approfondito nei “virgolettati”. Secondo l’articolo il regista avrebbe dichiarato, a sua discolpa, di aver voluto raccontare la storia di Stonewall vista dagli occhi di un ragazzo LGBT bianco e di famiglia “per bene”. Se questa dichiarazione fosse vera, sarebbe sufficiente per aderire al boicottaggio anche a occhi chiusi, in quanto definire un ragazzo come LGBT è davvero cosa bizzarra. Parlare di ragazzo LGBT vuol dire “ragazzo Lesbica, Gay, Bisessuale, Transgender”. Qualcosa di pressoché impossibile e imperdonabile per un regista che dedica un film – peraltro un remake da cui ci si aspetta maggiore attinenza ai fatti – all’evento storico più importante (a livello simbolico e non solo) di tutto il Movimento LGBT del mondo. Ma Gay.it questa dichiarazione non la virgoletta e vogliamo sperare sia stato un refuso redazionale della rivista.
Prima di proseguire guardiamoci il trailer della discordia (in lingua inglese):
Dopodiché ci spostiamo sulla pagina della petizione (chi già si è fatt^ un’idea può anche decidere di essere tra le prime firme italiane) e leggiamo il testo (ovviamente in inglese anche questo). Riassumendo, cosa sostiene la petizione? Che il film è un falso storico, che è stato manipolato per far diventare una rivolta nera e trans in una bianca e gay. Si mischierebbero, nel plot del film ben due discriminazioni: una xenofoba e una transfobica. Un po’ troppo per digerire un film di una Major Hollywoodiana. “Non sprecate i vostri soldi per questa spazzatura per arricchire ancora di più queste industrie della manipolazione” si dice nella petizione (non letterale). Nella petizione anche un video della ragazza transgender che l’ha lanciata. Inoltre molti commenti di chi l’ha firmata. La notizia ha ormai travalicato quasi tutti i media americani. Se digitate su Google “Boycott Stonewall 2015” avrete l’imbarazzo della scelta nel trovare articoli che descrivono la ribellione del movimento LGBT al film. Purtroppo – ma non ho ancora guardato tutte le pagine – fra le prime non ne vedo di Organizzazioni LGBT. Sarà mia cura accertarmene nei prossimi giorni.
Che fare, dunque, di fronte all’ennesimo tentativo di scrivere storie a tematica LGBT di dubbio gusto o pessime o non aderenti alla realtà come fu il film sull’assassinio della 16enne transgender Gwen Araujo (mai tradotto in Italiano) o di un Transamerica datato e che, della realtà transgender, sembra attenersi più a quella che esce dai racconti degli psichiatri che parlano di noi che una storia vera. Sia chiaro: essere transgender non vuol dire essere omologate e sicuramente esisteranno delle trans come quelle di Transamerica, ma data la scarsissima filmografia a tematica, da quei pochi film che escono ci aspetteremmo qualcosa di più. Come è stato il caso di “A Beautiful Boxer” (film tailandese, due giorni nelle sale e fatto in dvd solo sottotitolato e ormai introvabile) o di “XXY” pur riguardante un caso di intersessualità. Il capolavoro dei film a tematica transgender è e resta “Boys Don’t Cry” , ma noi non pretendiamo capolavori: solo film dignitosi e reallistici. Se poi si vuole fare un film di “fantascienza” con protagonisti Lesbcihe, Transgender, Gay geneticamente modificati, beh… siamo nella fantascienza e ci sta.
Immaigino già la critica principale: è un film e non un documentario e quindi il regista ha tutto il diritto di leggere un fatto storico e aggiungervi quel che sente corrispondergli. E nessuno contesta la libertà dell’artista, infatti. Ma se un regista raccontasse la storia del III Reich a modo suo, mettendo in secondo piano i campi di sterminio, io, avrei il diritto di boicottarlo.
Per rendere ufficiale una posizione dell’Associazione aspettiamo di saperne di più.
Io, intanto, a titolo personale, firmo
Mirella Izzo