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DONNICIDI 2015 (FEMMINICIDI)

lutto70 DONNE
BIOLOGICHE E TRANSGENDER UCCISE AL 14/08/15
PER DONNICIDIO
(femminicidio)

 

 

 

FONTE CORRIERE.IT
(Sono presenti alcune discrepanze sull’interpretazione di cosa sia donnicidio e cosa non lo sia tra la nostra fonte citata e noi)

1) PAOLINA GARGIULO
3 GENNAIO 2015,
69 ANNI
Strangolata con un filo elettrico dal marito già violento.

Paolina è stata strangolata dal marito con un filo elettrico. Una morte annunciata: Antonio Parisi, 72 anni, già nel maggio 2013 aveva tentato di uccidere sua moglie con un mattarello. Per il tentato omicidio aveva scontato una pena di nemmeno un anno ai domiciliari. Malgrado il precedente, l’omicida ha giustificato il delitto sostenendo che soffriva per le condizioni della consorte, malata terminale. Secondo la polizia la donna aveva problemi psichici ed era in cura al centro di igiene mentale, ma non era malata terminale. Due giorni dopo il fermo Parisi è tornato in libertà. Il gip non ha ravvisato «nè pericolo di fuga nè di reiterazione dei reati».

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NEGLI USA PARTE IL BOICOTTAGGIO AL FILM STONEWALL 2015

Negli USA è iniziata la Petizione per boicottare il film Stonewall 2015, di cui, per ora, si conosce solo un trailer e le dichiarazioni del regista. Nel trailer si vede un ragazzo bianco e “cis”. protagonista del film e scene della famosa rivolta di Stonewall (che ha dato vita a tutti i Pride del mondo) avvenuta all’interno del locale Stonewall Inn. E’ noto che il locale era frequentato da categorie ben precise di persone: Latinos, Nere di etnia e Transgender, Drag Queen, Lesbiche Dyke e Gay. In quegli anni negli USA era proibito dare da bere alcolici a chiunque fosse Gay (dove, allora, con Gay includevano lesbiche, trans e quant’altro difforme di Identità di Genere e Orientamento Sessuale). Fu proprio un controllo della polizia a scatenare la rivolta. Una rivolta che, chi l’ha vissuta, non ha dubbi nell’aver visto come protagoniste in primo piano Drag, Transgender e Dyke prevalentemente di colore (e qui per “di colore” si intendono anche i Latinos, perché loro chiamano la nostra etnia “bianchi”). Di uomini gay ovviamente ce ne erano ma non erano, all’interno del locale né la maggioranza, né la parte più attiva nella rivolta. La ormai storica scarpa lanciata da Sylvia Rivera (transgender storica) contro la polizia è stato il gesto che ha dato il là alla rivolta. Un gesto che non è solo una favola metropolitana, ma corrisponde a realtà. Così almeno ebbe a dirmi Sylvia quando ho avuto il piacere di conoscerla e di trascorrere molte ore in sua compagnia insieme ad Helena Velena, M.M e la compagna di Sylvia. Si perché lei è stata davvero, come ebbe modo di dire al World Pride di Roma “la mamma di tutti noi”. Era latinos, transgender, senza casa e lesbica. Come si direbbe da noi ironicamente “non si è fatta mancare niente”. E lei davvero lanciò la scarpa che fu il segnale della rivolta.

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